La Storia
La cattedrale tifernate si erge nel cuore della città medievale. È dedicata al vescovo Florido e al sacerdote Amanzio che ricostruirono la città dopo le distruzioni dei Goti nel VI sec. Si deve proprio a san Florido la decisione di edificare una primitiva cattedrale dedicata a San Lorenzo nel luogo in cui, secondo la tradizione, si trovava il tempio fatto costruire da Plinio il Giovane.
Nel XI sec. l’edificio venne ridedicato al patrono Florido e subì un primo ampliamento. Nel Trecento, in contemporanea con la costruzione del palazzo comunale, anche la cattedrale venne rinnovata, come documenta il portale sulla facciata laterale in cui dalle figure della Giustizia e della Misericordia si diramano tralci di vite abitata che fanno da cornice a scene sacre e a putti intenti a suonare: un’allusione alla necessità per l’uomo di conciliare le due virtù alla luce della parola sacra. Nella lunetta sopra il portale si trova una copia della Madonna con Bambino e santi del tifernate Vincenzo Barboni (1837), il cui originale è conservato nella sacrestia.
La facciata principale, incompiuta, è stata realizzata negli anni Trenta del XVII sec. su progetto del tifernate Francesco Ignazio Lazzari e reca gli stemmi delle famiglie Vitelli e Passerini, finanziatrici della fabbrica rispettivamente nel Cinquecento e nel Seicento.
All’interno la chiesa conserva l’assetto rinascimentale conferitole dopo i lavori seguiti al sisma del 1458 e terminati con la riconsacrazione nel 1540: pianta basilicale con aula unica, su cui si innestano cappelle laterali. Dai documenti sappiamo che furono attive nei ponteggi maestranze fiorentine e lombarde.
Tra la fine del Quattrocento e il Cinquecento vennero realizzate importanti opere per la cattedrale tra cui il Cristo in Gloria di Rosso Fiorentino (1528), ora al Museo del Duomo, l’affresco con la Conversione di San Paolo di Niccolò Circignani nella prima cappella a sinistra (anni Settanta del XVI sec.) e le due cantorie nel transetto, commissionate nel 1559 allo scultore biturgense Berto Alberti. Alla sua bottega si deve anche il pregevole coro con 34 stalli nei cui specchi sono rappresentate le storie dell’Antico e del Nuovo Testamento, realizzate su disegni di collaboratori di Raffaello.
Le cappelle conservano pregevoli altari lignei e in stucco con opere realizzate per la maggior parte nel XVII sec. da artisti tifernati come Giovan Battista Pacetti detto lo Sguazzino e Bernardino Gagliardi.
Il soffitto a cassettoni con il San Florido in gloria e due angeli venne eseguito alla fine del Seicento dal maestro Giacomo Illuminati.
Lungo la parete destra si apre il cosiddetto Cappellone, una cappella a pianta centrale progettata dall’architetto tifernate Nicola Barbioni. Allo stesso si deve il disegno della prima cupola della cattedrale, crollata in seguito al terremoto del 1789, di cui sopravvivono soltanto i pennacchi di imposta con i Quattro Evangelisti dipinti da Ludovico Mazzanti (1751). Dopo la riedificazione della cupola su progetto di Tommaso Catrani (1790-1795), essa venne decorata con affreschi che celebrano la misericordia divina e la spiritualità dei santi tifernati, eseguiti da Tommaso Conca (1797-1798).
Gli affreschi dell’abside rappresentano San Florido che ricostruisce la citta, San Crescenziano che sconfigge il drago e San Floridoe il miracolo di Pantalla e furono dipinti dal romano Marco Benefial (1747-1749).
Da una scala nei pressi dell’organo (1842) si scende nel Duomo inferiore, o cripta, nel quale sono custoditi i corpi dei patroni Florido e Amanzio, insieme alle reliquie di san Crescenziano (III sec.). La chiesa inferiore è accessibile anche esternamente in corrispondenza della parete laterale.
Caratteristico della cattedrale è anche il suo campanile cilindrico, edificato in più momenti dal XI al XIV secolo. La sua forma particolare è ispirata alle torri campanarie ravennati del VI secolo.