Sala IX

Vi sono collocate due vetrine nelle quali sono conservati oggetti in argento, un Ostensorio del sec. XVIII, un Riccio di Pastorale del sec. XIX, ecc. e Paramenti sacri, dal sec XVIII al sec. XIX, composti da pianete, dalmatiche, stole, manipoli, borse e copricalici. Realizzati in tessuti vari (damasco), tessuti con fili di seta di vari colori e con motivi e decorazioni diverse (motivi floreali, vegetali, stilizzati e di fantasia).

Innalzamento della Croce, olio su tela di Bernardino Gagliardi ( 1609 - ? ), sec. XVII.

San Crescenziano, olio su tela, sec. XVII, realizzato da Giovan Battista Pacetti detto "lo Sguazzino"(1593 - ?).

San Lorenzo, olio su tela sec. XVII, realizzato da Giovan Battista Pacetti detto "lo Sguazzino" (1593 - ?).

San Florido, olio su tela, sec. XVII, opera della bottega di Giovan Battista Pacetti detto "lo Sguazzino" (1593 - ?).

Sant'Amanzio, olio su tela, sec. XVII, opera della bottega di Giovan Battista Pacetti
detto "lo Sguazzino" (1593 - ?).


La Samaritana al pozzo
, olio su tela di pittore ignoto della seconda metà del sec. XVII. Il dipinto raffigura una donna, inginocchiata vicino ad un pozzo con delle anfore. Vicino a lei ci sono altri tre personaggi e sullo sfondo è dipinto un paesaggio. La cornice in noce, è finemente e riccamente intagliata. Si ignora la provenienza dell'opera, la quale sembra eseguita da un pittore vicino al "cortonismo", corrente presente in Umbria e anche a Città di Castello, dove fu divulgata da pittori "minori", come Giovanni Ventura Borghesi e Salvi Castellucci.

La Vergine e i suoi familiari di autore ignoto, olio su tavola, copia da Pietro Vannucci detto il Perugino (Citta della Pieve 1450 ca. - Fontignano  1523)
del sec. XVIII. L'opera raffigura al centro, la Vergine in trono, col Bambino e Sant' Anna. Davanti al trono si trovano Simone e Taddeo. A sinistra sono raffigurati Giuseppe con il piccolo Giuseppe d'Arimatea e Maria di Cleofa con in braccio Giacomo Minore e a destra Maria Salomè con il piccolo Battista in braccio ed accanto l'altro figlioletto Giacomo Maggiore e Gioacchino. La scena si svolge in un androne, coperto da una volta a botte cassettonata, aperta in fondo sulla campagna. La cornice in legno di noce intarsiato, in spirali decorative che richiamano il gusto rococò, presenta nella parte superiore, sotto alcuni fiori, un aquilotto che stringe un fiume stilizzato fra le zampe, probabile stemma di qualche famiglia. Si tratta di una copia settecentesca di un dipinto di Perugino, conservato oggi al Museo di Marsiglia, rispetto al quale cambiano gli atteggiamenti dei volti dei bambini, meno dolci e aggraziati e delle due donne. Sullo sfondo, inoltre, vengono aggiunti due alberi. L'originale è databile al 1502. Fu portato a Parigi nel febbraio del 1797. Dal 1802, fu assegnato al Museo di Marsiglia. Il dipinto fu eseguito per la chiesa di Santa Maria degli Angeli in porta San Pietro a Perugia. E' tra le opere perugine, quella maggiormente lodata da tutta la letteratura critica.

Ruth e Booz, olio su tela di pittore ignoto della seconda metà del sec. XVII. Si tratta di un dipinto non molto grande raffigurante un episodio della Bibbia. Si propone di identificare il personaggio femminile con i fasci di grano, con Ruth, personaggio biblico del popolo dei Maobiti, bisnonna di Davide e quindi antenata di Cristo. Moglie di un ebreo immigrato a Maob, rimasta vedova volle seguire la suocera Noemi a Betlemme. Qui le fu permesso di spigolare il grano nei campi di Booz, un uomo ricco imparentato con Noemi. A volte, come potrebbe essere in questo caso, Booz è raffigurato accanto a lei mentre parla. Tutta la scena è ambientata in un paesaggio, sullo sfondo del quale sono raffigurati alcuni edifici. La cornice in noce, è riccamente lavorata ad intaglio raffigurante volute e motivi vegetali. L'opera non è stata rintracciata nelle guide locali e se ne ignora la provenienza. Il dipinto è alquanto gradevole e sembra vicino al quadro raffigurante la Samaritana al pozzo. Probabilmente opera di un pittore vicino al "cortonismo".

San Bonaventura leggente, olio su tela, di ignoto del sec. XVII. Il recente restauro (1990) ha riportato la tela, in parte alterata da maldestri interventi, alla sua dimensione originaria.

Ritratti di dignitari realizzati da pittori tifernati nei secc. XVII-XVIII tra i quali ricordiamo, Francesco dei Conti Cesareis, patrizio perugino decano arcidiacono della Cattedrale di Città di Castello, creato cardinale il 23 luglio 1818, Ottavio Bufalini tifernate, cardinale presbitero di Santa Maria degli Angeli ecc.


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